sabato 10 aprile 2010

Me la sono cercata. Sarò masochista?


Perché lo sapevo, porcaccia miseria. Ma, come un bambino deficiente che ignora gli avvertimenti dei genitori, ho dovuto toccare con mano. E puntualmente sono rimasto scottato. 

L'ho detto e lo ripeto: Descent è stato il miglior horror del decennio che si è appena concluso. Unico acuto di Neil Marshall dopo quella baggianata di Dog Soldiers e prima di Doomsday (tutti con la "D") che era solo un minestrone di citazioni. 

Descent è un film potentissimo, un pugno nello stomaco. Sei amiche speleologhe restano intrappolate in un labirinto di caverne sotterranee con dei mostri umanoidi ciechi e affamatissimi, ma soprattutto con i loro drammi interpersonali fatti di corna, lutti da elaborare ed errori irreparabili. La discesa nell'orrore si fa metafora della caduta negli abissi dell'animo umano fino a toccare un fondo di rancore e vendetta. 

Un vero capolavoro girato come un incubo claustrofobico e psichedelico. 

Quando si è saputo del sequel, di cui Marshall sarebbe stato solo produttore, in molti hanno storto il naso. L'uscita del trailer, poi, ha fatto gridare allo scandalo. É risultato subito evidente che la seconda parte avrebbe contraddetto il finale apocalittico del primo film rigettando nella mischia i due personaggi principali, Sarah e Juno. 

Lo spunto del film è anche logico. Se sei ragazze sono andate disperse nelle grotte, è ovvio che qualcuno debba andare a cercarle. Mi sta bene. Ma perché richiamare in causa dei personaggi che hanno ormai compiuto il loro percorso? 

A onor del vero, va detto che qualche buona idea qua e là c'è, ma sembrano più che altro scarti del primo film. Le scene horror vivono più di ribrezzo che di spavento: topi che escono dalla bocca dei cadaveri, lotta nella latrina dei mostri intasata di feci e così via. 

Manca del tutto la parte emotiva. La correlazione tra i personaggi è debole, priva di spessore e non suscita alcun interesse. L'evoluzione buonista del rapporto tra Sarah e Juno è insopportabile. 

Purtroppo, il finale apre inevitabilmente per il terzo capitolo. Speriamo che l'accoglienza tiepida del film all'estero spinga la produzione a desistere.


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