venerdì 23 aprile 2010

"Se due cose sono uguali ad una terza, allora sono tutte uguali tra loro."


Pensate un po', c'era un tempo in cui la persone si ammazzavano tra di loro e commettevano gli atti più efferati per affermare la propria religione. E chi cercava di far prevalere la ragione e il buonsenso veniva messo a tacere o lapidato. 

Inimmaginabile, vero? 

É quello che accadde ad Ipazia, grande filosofa ed astronoma ritenuta un'eretica in quel di Alessandria d'Egitto, centro del sapere dell'antichità che divenne il campo di battaglia di un branco di idioti fanatici. 

Ho letto e sentito qualche recensione secondo cui il film non sarebbe pienamente riuscito per dei difetti stilistici e narrativi. 

Me ne sbatto altamente. 

Amenabar, che già mi aveva deliziato con The Others, traccia un film forte, crudo e sentimentale al tempo stesso. Rachel Weisz, nel ruolo della protagonista, è sempre più bella e più brava. Ottimo anche Oscar Isaac che interpreta Oreste, dapprima allievo di Ipazia e poi prefetto della città che ci dimostra come religione e politica possano pericolosamente intrecciarsi. 

Impossibile dire fino a che punto la ricostruzione storica sia attendibile, ma scenografie e costumi sono splendidi e la regia ha dei picchi notevoli. 

E' un 'opera che trascina, commuove e fa riflettere.



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