L'idea è geniale.
Futuro prossimo. Un tizio inventa Society, un reality-game che permette alla gente da casa di connettersi a veri esseri umani e controllarli a loro piacimento, una sorta di The Sims ultrarealistico. Il giocatore paga, l'umano controllato viene pagato. Naturalmente lo show si trasforma in un calderone di perversioni sessuali. D'altronde è comprensibile. Immaginate di poter controllare a distanza Megan Fox e ditemi cosa le fareste fare.
Ma il genio che ha inventato Society è andato oltre creando Slayers, un reality-game di guerriglia urbana dove dei detenuti condannati a morte hanno la possibilità, sopravvivendo a 30 sessioni, di guadagnarsi la grazia. L'unico vicino all'agognato traguardo è Kable, interpretato da Gerard Butler, controllato da un giovane hacker.
L'unico desiderio di Kable è quello di rivedere la moglie, finita dentro Society dove un viscido ciccione la costringe alle peggiori porcate. Un gruppo di ribelli sa che c'è del marcio dietro questi giochi televisivi e spinge il protagonista alla fuga.
La critica feroce ai reality e al sistema televisivo è evidente e condivisibile. La prima ora di film è esaltante da tutti i punti di vista. Le scene d'azione sono sincopate ed ultraviolente, i personaggi ben tratteggiati, la rappresentazione della società futura è tragicamente realistica con delle scelte scenografiche geniali ed allucinanti.
Purtroppo tutto l'impianto costruito nella prima parte crolla in uno sviluppo banale e in un finale tirato via troppo troppo in fretta. I personaggi trovano un epilogo scontato e si arriva ad un lieto fine immediato e senza grossi colpi di scena.
In breve, immaginate che dopo la prima ora di Armageddon, in cui vediamo le meteore distruggere mezzo mondo e la squadra di Bruce Willis prepararsi all'impresa, tutto si concluda nel giro di venti minuti senza troppe complicazioni.
Davvero un peccato.
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