domenica 1 agosto 2010

Io 'st'"universo parallelo" non l'ho mica visto.


Vi svegliate dall'ibernazione in una capsula criogenica a bordo di un'astronave in avaria. Non ricordate chi siete né qual'è la vostra missione. Un compagno, che assomiglia fortemente a Dennis Quaid, esce dal sonno criogenico nelle vostre stesse condizioni. Cominciate a setacciare la nave e vi imbattete in alcune pericolose creature mutanti e in una splendida guerriera dagli occhi azzurri. Tra i ricordi che riemergono a sprazzi nella vostra mente appare "la sindrome di Pandora", uno stato allucinatorio che colpisce i reduci dall'ibernazione prolungata. 

Come incipit non c'è male. Se non fosse che il prologo svela già buona parte del mistero al pubblico. La Terra è sovrappopolata e prossima al collasso. Una sonda ha trovato un pianeta, Tanis, con le stesse condizioni ambientali della Terra, e qualche migliaio di coloni selezionati sono stati caricati sull'arca a mo' di surgelati. 

La trama non brilla per originalità, i debiti con altri prodotti di questo genere, a cominciare da Alien, sono consistenti e i personaggi risultano piuttosto stereotipati, soprattutto il sopravvissuto thailandese messo lì solo per le scene d'azione, ma il film si dipana abbastanza bene e a ritmo sostenuto. 

Gli scontri con i mutanti, un incrocio tra gli umanoidi di Descent e gli orchi del Signore degli Anelli, sono adrenalinici e sincopati. Il marchio produttivo di Paul W.S. Anderson (Resident Evil) è evidentissimo. La scenografia è realistica e claustrofobica. Il digitale fa il suo dovere senza essere soffocante. 

La risoluzione del mistero della nave e dell'equipaggio non è pasticciata ma un po' troppo artificiosa. Il colpo di scena finale arriva puntuale e regge bene ma il tema della rinascita della civiltà tra caos e sistema non è approfondito. 

E finalmente, dopo G.I. Joe e Legion (e, mi dicono, anche The Horsemen), Dennis Quaid azzecca un film decente con un'interpretazione dignitosa.

Incomprensibile il titolo italiano.


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