lunedì 15 novembre 2010

A Stefano piace questo elemento.


Il successo di Mark Zuckerberg, creatore di Facebook, genio asociale, interpretato qui da uno straordinario Jesse Eisenberg, appare come il surrogato per soddisfare una sete di ben altra natura. L'intuizione geniale che lo porta a lavorare alla sua creatura, infatti, sembra scaturire dalla reazione emotiva per la rottura con la sua ragazza. 

Paradossalmente, man mano che la community virtuale prende piede ed inizia a crescere, Zuckerberg si ritrova da solo allontanandosi dal suo unico vero amico ed intraprendendo relazioni sociali vuote e superficiali. A iniziare dal creatore di Napster, Sean Parker, che ha il volto di un bravissimo Justin Timberlake, interessato soltanto al profitto. La vicenda sfocia nella battaglia legale con i co-fondatori di Facebook per vederne riconosciuta la paternità. 

Se la vita di Zuckerberg sembra dunque l'emanazione distorta del suo stesso social network, David Fincher ce la presenta con occhio altrettanto distaccato, freddo come un'amicizia in rete, attraverso una regia perfetta, ben ritmata, con scene studiate in modo maniacale, una fotografia spenta ed una scelta cromatica di fondo tendente al verde a creare un'atmosfera alienante molto simile al mondo virtuale di Matrix

La sceneggiatura presenta dialoghi brillanti, con passaggi assolutamente esemplari, sostenuti da un cast in stato di grazia. Il tutto sottolineato da una colonna sonora magistrale. 

Il più bel film dell'anno insieme ad Inception. Vincerà l'Oscar.


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