lunedì 8 novembre 2010

"Meglio maiale che fascista."


Con appena diciotto anni di ritardo viene distribuito nelle sale italiane questo singolare lungometraggio del maestro Hayao Miyazaki, ambientato proprio nel nostro paese. Marco Pagot, asso dell'aviazione italiana, in seguito ad oscuri fatti del primo conflitto mondiale, si è trasformato magicamente in un maiale antropomorfo, metafora del guscio di cinismo in cui ci si chiude all'indomani di un'esperienza tanto atroce come la guerra. 

Una maledizione che lo ha portato a voltare le spalle alla sua amata e all'aeronautica e a guadagnarsi da vivere come cacciatore di taglie, braccato dai fascisti ed in competizione con un abilissimo pilota americano. L'incontro con un'affettuosa ragazzina potrà forse arrivare a spezzare l'incantesimo. 

Nonostante il film sia datato, è già evidente la maturità artistica dell'autore, sia nello sviluppo di tematiche e personaggi a lui cari, sia nel disegno che, al di là delle inevitabili approssimazioni e stravaganze, ci presenta un'Italia riconoscibile, con scorci genuini e ben dettagliati. 

Quasi maniacale è la cura dell'aspetto meccanico degli idrovolanti con riferimenti espliciti a modelli reali. Panorami suggestivi fanno da sfondo ad acrobazie di volo altamente spettacolari che denotano un livello di animazione altissimo. 

Assolutamente da recuperare.


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