lunedì 3 gennaio 2011

Li chiamavano Biberon, Sboccia e Casanova...


Io 'sti tre li adoro. Innanzitutto perché, sarà scontato dirlo, mi fanno ridere. E mi fanno ridere sempre, anche con la loro gag meno riuscita. E poi perché sanno reinventare in continuazione la loro comicità, esilarante ed immediata negli sketch teatrali e televisivi, più raffinata e garbata al cinema. 

In questo caso non siamo certo di fronte al loro film più ambizioso, non ha le pretese surreal-filosofiche di Così è la Vita e Chiedimi se sono felice. É invece una commedia più sui generis che vive di trovate demenziali, a tratti geniali, ed è sorretta da un ottimo cast che ha delle cadute solo a causa di qualche battuta stantìa e qualche dialogo puntoevirgola dello script. 

Si tratta di tre amici, accomunati dalla passione per le bocce, che la sera della vigilia di Natale vengono arrestati perché scambiati per una banda di rapinatori. L'interrogatorio condotto dalla bravissima Angela Finocchiaro è il pretesto per raccontare le disavventure sentimentali dei tre protagonisti. 

Quello che ha la storia più articolata è Giovanni, un veterinario perseguitato dalla suocera, che tradisce la moglie con una bella ragazza svizzera e che deve letteralmente vivere due vite parallele con le conseguenti, divertentissime crisi isteriche. Fantastici i duetti con lo scimpanzé di famiglia. 

Aldo, invece, è un mantenuto che manda all'aria la sua relazione per la mania del gioco. Due momenti da antologia: il duetto con Cochi Ponzoni e la scena in cui deve riassemblare uno scheletro. 

Più impalpabile la storia di Giacomo, un medico che cerca di superare la sua condizione di vedovo con una collega e deve affrontare il suo super-io nella dimensione onirica. 

A chi potesse interessare, la colonna sonora è cantata da Mina. 

Se dovete andare a vedere un cinepanettone, un cinetorrone, un cinepandoro, un cinezamponeconlelenticchie, scegliete questo. Un'ora e mezza divertente, leggera, senza volgarità gratuite, oche seminude o gag per decerebrati.

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