lunedì 18 aprile 2011

"Non so volare, mi scaccolo il becco e faccio pipì nella vaschetta degli uccelli."


Blu è un raro pappagallo brasiliano che, da piccolo, per colpa dei contrabbandieri, finisce a fare vita domestica nel Minnesota accudito da un'amorevole padroncina. Un giorno, un ornitologo le chiede di riportare il volatile in Brasile perché si accoppi con una femmina e salvaguardi la specie in via di estinzione. La nuova intromissione dei contrabbandieri, coadiuvati da un pappagallo cattivo, darà il via ad una serie di peripezie complicate dall'incapacità di volare di Blu. 

É uno schema narrativo trito e ritrito che abbiamo visto un miliardo di volte. Il protagonista non sa fare una determinata cosa, deve imparare a farla, incontra mille difficoltà e nel momento decisivo ci riesce. 

É proprio questo il problema del film. Non dice assolutamente nulla di nuovo per quanto riguarda la storia, le gag o i dialoghi. 

Ma la mancanza di originalità è compensata dalla simpatia irresistibile dei personaggi, caratterizzati benissimo, soprattutto da un punto di vista grafico. Il bulldog bavoso, in particolare, vale da solo il prezzo del biglietto, peccato che sia poco presente. 

Per il resto il film è una bella cartolina di Rio de Janeiro. La traduzione in italiano è pessima e il doppiaggio appena discreto. 

Il volo come metafora di indipendenza e libertà porta ad un epilogo identico a quello di Toy Story 3 ma più scontato e meno commovente. 

Si ride senza sganasciarsi. 

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