sabato 16 gennaio 2010

Le riunioni di condominio finiscono tutte così


Sgomberiamo subito il campo. Rec è stato il miglior horror del decennio che si è appena concluso insieme a Descent, a dimostrazione che per trovare un buon horror ormai bisogna uscire dai confini statunitensi. Inevitabili i sequel. Mentre Descent 2, orfano di Neil Marshall, si preannuncia come una colossale stupidata ed andrà a contraddire il finale sconvolgente del primo film, in Rec 2 tornano in azione Balaguerò e Plaza assumendosi i rischi di una pellicola che cambia subito rotta rispetto al prototipo. 

Non bastano solo le riprese attraverso una videocamera amatoriale per conferire realismo ad un film, soprattutto quando è di genere horror o fantascientifico. C'è bisogno anche di un succedersi di eventi abbastanza casuale da non far intuire la presenza di una sceneggiatura. E' stato proprio questo l'elemento croce e delizia di Blair Witch Project che ha spaccato in due critica e pubblico. Ed è stato il punto debole di Cloverfield, troppo scritto per risultare vero. 

Qui sta anche la differenza tra il primo ed il secondo Rec. Nel primo episodio, l'unico elemento pretestuoso stava all'inizio. Guarda un po', proprio la sera in cui una troupe televisiva sta girando un reportage sui vigili del fuoco succede il finimondo. Ma dal momento in cui entriamo nella famigerata palazzina, tutto diventa assolutamente caotico e le invenzioni horror si susseguono a ritmo sostenuto tenendoci incollati allo schermo. 

Dopo dieci minuti del secondo capitolo, invece, saltano fuori preti in incognito inviati in missione dal Vaticano, possessioni diaboliche, provette di sangue da ritrovare e da cui ricavare un antidoto. Sceneggiatura bella e buona e il realismo va a farsi benedire. Ma Balaguerò e Plaza non sono due sprovveduti. Sapevano di correre un rischio, si sono buttati ed hanno fatto bene. Perché il film funziona lo stesso. 

Spassoso quanto e, forse, più del primo. Gli scontri ripresi in soggettiva tra la squadra d'assalto ed i posseduti ricorda i videogiochi alla Doom con un'atmosfera da Resident Evil (il videogioco, non il film). Un po' fastidiosa la parentesi centrale in cui il solito gruppetto di ragazzotti imbecilli s'intrufolano nella palazzina per curiosare. Poi avanti tutta fino al colpo di scena finale che apre per il terzo capitolo. Peccato per il doppiaggio, non solo scadente ma, in un film di questo genere, anche insensato.

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