mercoledì 26 maggio 2010

"Uno, due e tre, Freddy viene per te; quattro, cinque e sei, tutta colpa di Michael Bay..."


Dopo aver prodotto il ridicolo remake di Venerdì 13, Michael Bay decide di riportare sullo schermo anche il buon vecchio Freddy Krueger. Ma se non fosse per il nome della protagonista, che ha poco altro a che spartire con la Nancy del primo e del terzo episodio della saga originale, e per qualche scena che cita appena appena alcuni momenti del capolavoro di Wes Craven, non sembrerebbe neanche un remake, bensì un inutile e men che mediocre capitolo di mezzo della serie, un Nightmare 1,5 o 2 e 1/2 o fate un po' voi. 

Ha però il merito di restituirci le atmosfere cupe del prototipo, buoni seppure sporadici effettacci splatter ed il Freddy prima maniera, più uomo nero e meno giullare, che qui ha il volto scavato e gli zigomi marcati di Jackie Earle Haley (il Rorschach di Watchmen). Si indaga un pizzichino di più sulle origini del mostro ma, se nel film di Craven non reggeva il fatto che i ragazzi di una cittadina come Springwood non sapessero dell'esistenza di un infanticida locale appena pochi anni prima, qui è ancor più improbabile che tutti loro ne abbiano rimosso il ricordo. 

Interessante il concetto sulle micro fasi di sonno, in pratica sognare da svegli quando non si dorme da troppo tempo. Vero punto debole del film, i personaggi campati per aria, scritti malissimo e monodimensionali: ci sono le madri ma non si sa dove siano i padri, il giovane protagonista va facendo iniezioni cardiache d'adrenalina come se niente fosse, la bella Kris vede il fidanzato morirle davanti agli occhi e poche ore dopo, lasciata sola dalla sensibilissima madre che se ne va in aereo chissà dove (dov'è il padre?), ha il tatto di andare a letto con un altro perché ha paura di stare sola. 

Tutto sommato un film inutile. Chi già conosce Nightmare non ne ha bisogno. Chi non lo conosce farebbe comunque meglio a guardarsi l'originale che resta inarrivabile. E, tanto per cambiare, la più bella


dura venti minuti.


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