sabato 10 luglio 2010

"Migliaia di persone vogliono essere come Paris Hilton. Perché nessuno vuol essere un supereroe?"


Pensateci un attimo. Oggi tutti vogliono emulare qualcuno: calciatori, veline, concorrenti del Grande Fratello. Eppure, con tutti i fumetti e i film di supereroi in circolazione, non è ancora venuto in mente a nessuno di mettersi una calzamaglia e pattugliare le strade. Sono convinto già da tempo che prima o poi qualche sbarellato ci proverà. 

E sembra esserne sicuro anche Mark Millar, geniale fumettista scozzese, autore della miniserie Kick-Ass, trasposta fedelmente sul grande schermo da Matthew Vaughn (per gli amanti del gossip, marito della Schiffer), già autore dell'adattamento di Stardust di Neil Gaiman. 

É il sogno, credo, di tutti quei nerd bersagliati dai bulli e schivati dalle ragazze, costretti a sfogare le loro frustrazioni sessuali nei siti porno e soddisfare la propria sete di giustizia nei fumetti. Dave Lizewski decide di sfuggire a questa squallida quotidianità diventando l'improbabile Kick-Ass. Ma per fare il supereroe non bastano le buone intenzioni. Ci vogliono i superpoteri. E quelli che non ne hanno, tipo Batman, compensano con addestramenti sovrumani e attrezzature fantascientifiche. Così il povero Dave scopre subito che la realtà è ben diversa dalle storie a fumetti beccandosi una bella pugnalata nello stomaco alla prima ronda. 

Il film si barcamena con eccezionale equilibrio tra la commedia ed il brutale realismo nella prima parte. Poi, con l'entrata in campo di due micidiali e grotteschi supereroi, Big Daddy, interpretato da Nicholas Cage, e la figlioletta Hit-Girl, una Beatrix Kido versione scuola elementare, si trasforma in un'opera deliziosamente surreale e ultraviolenta con citazioni tarantiniane e postmodernismi di regia a strafottere mantenendo, però, una sincerità di fondo. 

Se Dave diventa un supereroe per sfuggire ad una routine che arriverà a rimpiangere, Big Daddy vorrebbe invece restituire a sua figlia l'infanzia violata. A chiudere il gruppo si aggiunge il giovane Red Mist, supereroe\criminale che vuole dimostrare a suo padre, gangster iperprotettivo, di essere ormai adulto e di poter catturare i supereroi che lo stanno mettendo in difficoltà. 

Dopo la pessima trasposizione di Wanted, capolavoro assoluto di Millar, avevo dei timori per questo Kick-Ass che si sono rivelati infondati. É un film spassoso che forse si dilunga un po' nel finale ma, nonostante qualche buonismo, ricalca abbastanza fedelmente la narrativa di Millar sempre capace, attraverso un'ottica cinica e spietata, di nuove riflessioni sui concetti supereroistici.


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