lunedì 12 luglio 2010

Morti viventi e vivi morenti


Horror francese diretto da Yannick Dahan e Benjamin Rocher. La storia è semplice ma efficace. Quattro poliziotti hanno appena perso un compagno e decidono di farsi giustizia da soli con un'irruzione non autorizzata nella palazzina in cui vive la gang di nigeriani responsabile dell'omicidio. Proprio mentre i due gruppi si stanno scontrando, però, la città viene invasa dagli zombi che cingono d'assedio l'edificio e li costringono a collaborare per sopravvivere. A loro si unisce un anziano veterano di guerra mezzo matto, tutto euforico per il ritorno in trincea, che non disdegnerebbe un atto di necrofilia su una zombi. 

A prima vista, il film sembrerebbe una metafora su alcune degradate realtà sociali francesi. Non lo è. Anzi, verte molto di più sulla tematica del branco. I leader dei due gruppi, pur guardandosi in cagnesco, si scoprono in sintonia sul comune codice d'onore. Entrambi considerano la propria squadra una famiglia e cercano invano di appianare le divergenze interne che giungeranno immancabilmente al punto di rottura. 

Ma, più di tutto questo, il film è quello che deve essere: un ottimo prodotto d'intrattenimento, ben diretto, brutalmente realistico, violento, con ottime sequenze splatter che forse mancano di coraggio in alcuni momenti, esagerazioni macho che non scadono nel ridicolo ed un crescendo di scontri che sfocia quasi nel delirio. 

E alla fine sopravvive il più crudele. Il più spietato. Il più cinico. Sopravvive chi è già morto. Dentro.


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