Memento. Insomnia. Batman Begins. The Prestige. The Dark Knight. Nolan non sbaglia un colpo. Regista in grado di tenere il pubblico incollato alla poltrona per due ore e mezza con perfette trame ad incastro che, ad ogni prova, si fanno più incalzanti, complesse e prive di fronzoli.
Se in uno dei suoi primi lavori, Nolan ci parlava di insonnia, qui, al contrario, si entra nel mondo dei sogni. Dom Cobb, un Leonardo Di Caprio sempre più bravo e sempre meno antipatico, è il migliore al mondo nell'arte dell'estrazione, ovvero il furto di informazioni dai sogni altrui (una curiosità: Cobb era anche il nome del ladro di Following, il primo film di Nolan che presto tornerà nelle sale).
Purtroppo, Cobb ha i suoi bei problemi personali. Mentre l'estradizione lo tiene lontano dai suoi bambini, viene perseguitato nel suo subconscio dallo "spettro" della defunta moglie Mal, una malinconica e inquieta Marion Cotillard, che rischia di mandare a monte i suoi furti. Un nuovo cliente, interpretato da un filosofico Ken Watanabe, offre a Cobb di riavere indietro la sua vita in cambio di un inception, ovvero impiantare un'idea, anziché estrarla, nella mente dell'obiettivo che ha gli occhi azzurri, glaciali ed imperscrutabili di Cillian Murphy (lo Spaventapasseri nei due Batman).
Nonostante l'inception sia praticamente una missione impossibile, Cobb decide di rischiare e mette insieme una squadra. Non starò qui a specificare il ruolo di ciascuno, vi dico solo che nel gruppo ci sono Ellen Page, Joseph Gordon-Levitt e Tom Hardy. A Michael Caine, fidatissimo di Nolan, stavolta spetta solo un cameo.
La squadra deve così scendere nei tre livelli onirici dell'obiettivo, ognuno dei quali si presenta con un differente scenario e le cui dinamiche si ripercuotono dall'uno all'altro. La natura irreale dell'ambientazione, tra Nightmare e Matrix (d'altronde cosa sono i sogni se non realtà virtuale?), permettono a Nolan di giocare con le regole spaziotemporali della dimensione onirica, ricorrere a geniali soluzioni registiche, invenzioni visive altamente suggestive, scene d'azione mozzafiato ed effetti speciali strepitosi (senza alcun bisogno del 3-D).
E, come al solito, il regista spiazza continuamente il pubblico con una sfilza di colpi di scena, abilissimo a intessere una robusta trama di inganni tra i personaggi. Il percorso personale del protagonista ricorda molto quello di Tom Cruise in Minority Report ma con un finale assolutamente spiazzante. Epilogo alla Blade Runner.
Il tutto sorretto dal crescendo musicale di Hans Zimmer. Altra eccellente peculiarità del regista, il film non si esaurisce alla prima visione ma va assolutamente rivisitato per coglierne appieno tutti gli aspetti e i risvolti.
Christopher Nolan. Inception. Il film dell'anno.
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