venerdì 10 settembre 2010

"Sotto di noi il mondo. Sopra di noi l'infinito."


Mi spiace postare questa recensione con un paio di settimane di ritardo dall'uscita del film ma sono riuscito a vederlo solo adesso e vi consiglio di recuperarlo in fretta, prima che venga ritirato dalle sale, perché si tratta davvero di un'opera eccezionale. 

Diretto dal tedesco Phillip Stulzi, narra la storia vera di Toni Kurz e Andreas Hinterstoisser, che durante il regime nazista tentarono la scalata dell'Eiger, una delle vette più pericolose al mondo. Naturalmente l'operazione venne sostenuta dalla propaganda del reich, ansiosa di battere il resto del mondo in qualsivoglia confronto sportivo. 

Stulzi si prende una cinquantina di minuti per la marcia d'avvicinamento all'impresa presentandoci con ritmo e semplicità il contesto storico, il mito leggendario dell'Eiger, per farci conoscere i due protagonisti e Luise, fotografa innamorata di Toni che seguirà la scalata da vicino per il suo quotidiano e si troverà divisa tra professione e sentimenti. 

Una scissione emotiva che permea tutto il film rimbalzando continuamente dai locali accoglienti dell'albergo ai piedi della montagna, dove gli esponenti della stampa internazionale assistono affamati solo di scoop e di trionfi patriottici, alle pendici di ghiaccio dell'Eiger, sulle quali tedeschi ed austriaci uniscono le forze in quella che da impresa eroica diventa dapprima una drammatica missione di salvataggio e poi una tragica lotta per la sopravvivenza. 

É uno dei migliori film sulla montagna che sia stato mai realizzato, diretto con grande mestiere e straordinariamente interpretato da un cast tutto da scoprire per il pubblico italiano. 

Realistico, epico, mozzafiato, coinvolgente, trascinante. Metafora di un sogno di gloria nazionalista destinato al fallimento. 

Bellissimo.


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