sabato 9 ottobre 2010

"Perché dovrei voler essere una persona reale quando sono già un mito?"


Dei quattro falsi trailer presenti in Grindhouse, Machete è quello che mi era piaciuto di meno per mancanza di originalità e, quando ho saputo che Rodriguez ne avrebbe fatto un film, non ho fatto grossi salti di gioia. Tuttavia si tratta di un regista che, a parte la saga Spy Kids per ragazzini, ci ha sempre regalato pellicole memorabili, dalla sua trilogia messicana a capolavori come Sin City e Dal tramonto all'alba fino a quel gioiellino di Planet Terror, appunto in Grindhouse, meritandosi il beneficio del dubbio che puntualmente ha ricambiato da buon mestierante sfornando un prodotto onestissimo. 

Rodriguez gioca ancora una volta con le sue origini messico-statunitensi lasciandosi andare ad un po' di irriverente satira politica. Machete, un butterato Danny Trejo, è un ex federale messicano che finisce nei guai per aver pestato i piedi alla persona sbagliata ed è costretto a vivere come operaio a giornata in Texas. Quando viene assunto come sicario per uccidere il governatore locale, che intende adottare drastiche misure restrittive contro gli immigrati clandestini messicani, si ritrova incastrato in un intrigo dal quale uscirà a colpi di utensili da giardino. E via con la solita sfilza di scene d'azione piene di gag splatter e umorismo sotto la patina graffiata e invecchiata della consueta pellicola da b-movie anni '70. 

Il cast è divertente e divertito. Robert De Niro e Steven Seagal se la spassano nel ruolo dei cattivi sopra le righe. Tre sexy figliole per tutti i gusti: Jessica Alba è una poliziotta bella e buona, Michelle Rodriguez una guerriera ribelle e Lindsay Lohan una porno-lolita. E poi altre facce più o meno conosciute del piccolo e grande schermo, come Don Johnson e Jeff Fahey. Irresistibile il fratello prete di Machete, personaggio politicamente scorrettissimo. 

Non è il miglior film di Rodriguez, che comincia francamente ad essere ripetitivo e quasi autocitazionista, ma mantiene quello che promette con intelligenza e ironia mostrando una passione e una nostalgia sempre intatte per il cinema d'exploitation dei bei tempi andati.


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