domenica 23 gennaio 2011

"Non c'è nulla di gratuito nel mondo, eccetto la grazia di Dio."


Verrebbe da dire: "Finalmente un remake come si deve, che ha un senso artistico oltre che commerciale." 

Invece no. 

Perché questo non è un rifacimento del film del '69 che valse un Oscar a John Wayne. Si tratta invece di una trasposizione più sincera, soprattutto nel tono, del romanzo originale di Charles Portis. E a curarla sono nientemeno che i fratelli Coen, premi Oscar per Non è un paese per vecchi, che ci presentano il vecchio west attraverso la loro inconfondibile narrativa, popolata di personaggi eccentrici, umorismo nero al limite del surreale, invenzioni di sceneggiatura brillanti e dialoghi vivaci infarciti di aneddoti pittoreschi. 

La quattordicenne Mattie Ross vuole ingaggiare un cacciatore di taglie per catturare l'assassino di suo padre. La scelta ricade sul vecchio sceriffo "el Grinta" Cogburn, guercio, alcolizzato, costruito in modo mirabile da un immenso Jeff Bridges in una delle migliori interpretazioni della sua carriera. 

Ai due si affianca il texas ranger La Boeuf, interpretato da Matt Damon, che allaccia un complesso rapporto di rivalità con Cogburn venata di un tacito ma percettibile rispetto. Josh Brolin, nel ruolo della loro preda, Tom Chaney, riesce a lasciare il segno pur avendo poco più di un cameo. 

La "vera grinta", tuttavia è proprio lei, la piccola Mattie, intepretata da Hailee Steinfeld, esordiente sul grande schermo, che sembra già un'attrice consumata e tiene testa a tutti i mostri sacri che la affiancano. 

Diretto con grande equilibrio e intelligenza ed arricchito da una scenografia naturale altamente suggestiva, il film rispetta in pieno tutti gli stilemi dell'epopea western ma è soprattutto un'opera di personaggi, un percorso di intima maturazione e di rapporti umani. 

Grandioso.

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