lunedì 28 febbraio 2011

"Se non mi porti al ballo, ti apro un buco in fronte e ci verso dentro l'acqua bollente."


Il giovanotto protagonista, un capellone secco secco bello e dannato, fa l'autolesionista represso e si rincoglionisce di erba ed heavy-metal rimproverandosi la morte del padre in un incidente stradale. Visto che ha già la ragazza, il nostro rifiuta garbatamente di accompagnare al ballo una delicata fanciulla. Peccato che la dolce disillusa in questione sia sbarellata di brutto con una famigliola stile Non aprite quella porta che sequestra il principe azzurro e lo sottopone a torture di ogni tipo. 

Opera tutta australiana, che dal 2009 sta facendo il giro del mondo nei vari festival riscuotendo un bel po' di consensi, non è quel capolavoro di cui si dice e non ha quelle letture e controletture metatestuali che qualche critico ha voluto scovarci per forza in recensioni-sproloqui autocompiacenti da sedicenti filosofi postmodernisti. 

Si tratta di un horror-splatter come si deve, puro e semplice, con gag intelligenti e sopra le righe quanto basta, qualche buon pugno nello stomaco, disagi giovanili sviluppati senza smarronare e sottolineati dalle canzoni rock ed heavy metal che punteggiano la pellicola. Qualche digressione un po' pretestuosa ad allungare ed alleggerire il brodo. 

Il finale non è quello per cui faccio sempre il tifo ma in questo caso ci sta. 

Buono buono.

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