Io non me la prendo mica con chi ha realizzato questa immane puttanata.
Me la prendo con voi, fratelli dylandoghiani.
Con voi che, come me, leggete le storie dell'Indagatore dell'Incubo dal lontano '86.
Voi che, come me, non vi siete persi un albo regolare, uno speciale, un almanacco, un gigante, un maxi, un color fest, un fuoriserie.
Voi che, come me, avete vissuto in pieno il boom del personaggio di Sclavi, gli Horror Fest milanesi, il merchandising e quant'altro.
Me la prendo con voi che, come me, avete capito fin da subito, fin dalle prime foto di produzione, più di un anno fa, che questo film avrebbe fatto cagare e che non c'entrava un cazzo con Dylan Dog.
E tutti insieme, mano nella mano, ci siamo uniti da bravi fratelli a scaracchiare e tirare gesùcristi contro quest'abominio.
Contro il Dylan con la giacca di velluto e le espressioni macho alla Rambo (e lasciamo perdere Brandon Routh che non ha alcuna colpa), contro New Orleans al posto di Londra, contro l'assenza di comprimari e villains del fumetto, contro praticamente un prodotto che di Dylan Dog ha solo il nome.
Tutti incazzati e indignati come armadilli fino ad una settimana dall'uscita del film.
Sì, perché appena sono cominciate ad apparire le locandine con il titolo scritto in quei caratteri che ci piacciono così tanto, appena la tv ha iniziato a trasmettere i trailer, che pure facevano schifo ma alla fine appariva quel dannato titolo con quei fottuti caratteri, ecco che avete iniziato a sbattere la testa contro il muro e vi siete sottoposti ad una rieducazione mentale tipo Arancia Meccanica per dimenticare tutto quanto avevate sentito e letto del film fino a quel momento.
E, come gli zombi di Romero sciamavano nel centro commerciale a metafora del consumismo, voi tutti lì in fila al botteghino a portare soldi ad un film che fino a qualche giorno prima avevate schifato. Peccato che non ci fosse davvero un Dylan, quello vero, a spararvi in testa o, quantomeno, un Dellamorte a piantarvi una pala nel cranio.
Avete visto il film come i morti viventi di Dead Set se ne stavano imbambolati davanti al Grande Fratello, e siete usciti dalla sala tutti sorpresi. "Ma questo film fa schifo e non c'entra un cazzo con Dylan Dog!"
Ma no?!
Ma va?!
Ma chi l'avrebbe mai detto?!
Ma dove cazzo siete stati nell'ultimo anno?! Chiusi davvero in una bara sottoterra nel cimitero di Buffalora?!
Adesso, fedelissimi dylandoghiani che volete tanto bene al caro indagatore e che siete inorriditi davanti a cotanto stupro, se questo film, Dio non voglia, avrà successo e si deciderà, Dio ce ne scampi, di farne un sequel, sapete con chi ve la dovete prendere?
Me la prendo con voi, fratelli dylandoghiani.
Con voi che, come me, leggete le storie dell'Indagatore dell'Incubo dal lontano '86.
Voi che, come me, non vi siete persi un albo regolare, uno speciale, un almanacco, un gigante, un maxi, un color fest, un fuoriserie.
Voi che, come me, avete vissuto in pieno il boom del personaggio di Sclavi, gli Horror Fest milanesi, il merchandising e quant'altro.
Me la prendo con voi che, come me, avete capito fin da subito, fin dalle prime foto di produzione, più di un anno fa, che questo film avrebbe fatto cagare e che non c'entrava un cazzo con Dylan Dog.
E tutti insieme, mano nella mano, ci siamo uniti da bravi fratelli a scaracchiare e tirare gesùcristi contro quest'abominio.
Contro il Dylan con la giacca di velluto e le espressioni macho alla Rambo (e lasciamo perdere Brandon Routh che non ha alcuna colpa), contro New Orleans al posto di Londra, contro l'assenza di comprimari e villains del fumetto, contro praticamente un prodotto che di Dylan Dog ha solo il nome.
Tutti incazzati e indignati come armadilli fino ad una settimana dall'uscita del film.
Sì, perché appena sono cominciate ad apparire le locandine con il titolo scritto in quei caratteri che ci piacciono così tanto, appena la tv ha iniziato a trasmettere i trailer, che pure facevano schifo ma alla fine appariva quel dannato titolo con quei fottuti caratteri, ecco che avete iniziato a sbattere la testa contro il muro e vi siete sottoposti ad una rieducazione mentale tipo Arancia Meccanica per dimenticare tutto quanto avevate sentito e letto del film fino a quel momento.
E, come gli zombi di Romero sciamavano nel centro commerciale a metafora del consumismo, voi tutti lì in fila al botteghino a portare soldi ad un film che fino a qualche giorno prima avevate schifato. Peccato che non ci fosse davvero un Dylan, quello vero, a spararvi in testa o, quantomeno, un Dellamorte a piantarvi una pala nel cranio.
Avete visto il film come i morti viventi di Dead Set se ne stavano imbambolati davanti al Grande Fratello, e siete usciti dalla sala tutti sorpresi. "Ma questo film fa schifo e non c'entra un cazzo con Dylan Dog!"
Ma no?!
Ma va?!
Ma chi l'avrebbe mai detto?!
Ma dove cazzo siete stati nell'ultimo anno?! Chiusi davvero in una bara sottoterra nel cimitero di Buffalora?!
Adesso, fedelissimi dylandoghiani che volete tanto bene al caro indagatore e che siete inorriditi davanti a cotanto stupro, se questo film, Dio non voglia, avrà successo e si deciderà, Dio ce ne scampi, di farne un sequel, sapete con chi ve la dovete prendere?
Ah, naturalmente io il film l'ho scaricato e l'ho visto a sbafo.
E indovinate un po'?
Fa schifo e non c'entra un cazzo con Dylan Dog.
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