mercoledì 16 marzo 2011

"Sono l'inferno bello che scatenato."


Ho amato questo film fin dal primo trailer e sono contento che il risultato sia stato più che all'altezza. Ad Hollywood il western sembra tornato di moda. Dopo il trionfo de Il Grinta e in attesa di Cowboys & Aliens, seguiamo le vicissitudini di questo camaleonte domestico dalle velleità attoriali che finisce suo malgrado in una cittadina di frontiera attanagliata dalla siccità. 

La simpatica contraddizione di cui si fa portatore Rango è il dover conciliare la sua natura di camaleonte, che dovrebbe mimetizzarsi, integrarsi, "centrifugarsi" per usare il termine del film, con la volontà di essere qualcuno, di spiccare, di emergere, che lo porta a fare il mitomane e a spacciarsi per un grande pistolero. 

Gore Verbinski, regista della trilogia de I Pirati dei Caraibi, firma un film geniale, originalissimo, eccentrico, impossibile da paragonare a qualunque altra opera, che inanella una sfilza interminabile di gag comiche e visive straordinarie, dialoghi effervescenti e brillanti, un patchwork di citazioni non solo da svariate pellicole western ma anche da capolavori cinematografici di altro genere. Livello d'animazione elevatissimo ed incredibilmente dettagliato, a cura della ILM di George Lucas. 

Grande cast di doppiatori, ad iniziare da Johnny Depp nel ruolo del protagonista. Buono anche il doppiaggio italiano (anche se l'onnipresente Pino Insegno inizia a rompere). Altra grande prova di Hans Zimmer in versione Ennio Morricone. Per quanto abbia adorato Toy Story 3, se Rango fosse uscito qualche mese prima, l'esito dell'Oscar per il miglior film d'animazione non sarebbe stato così scontato. 

Un capolavoro imperdibile, più per adulti che per bambini.

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